Il vetro è forse una delle grandi magie tra le tante invenzioni del mondo. La casualità è stata la madre di questa scoperta, così racconta Plinio il Vecchio nella “Historia Naturalis”.
Intuizione che ha rivoluzionato il mondo antico e salverà quello moderno.
Il vetro è un materiale insostituibile.
Ha un’utilità, una bellezza, una consistenza inimitabile, una trasparenza unica. Di vetro sono fatte tante cose, ma se dovessimo pensare ad una forma che possa rappresentarlo, la bottiglia è la prima che viene in mente. Può contenere ogni forma di liquido conservandone inalterate le proprietà organolettiche.
Se ci si sofferma un attimo a riflettere sull’interazione che offre questo materiale si rimane meravigliati.
Ci permette di vedere i sapori, i colori delle bevande e del cibo, lasciando correre l’immaginazione del gusto.
Preserva i prodotti in modo naturale, come solo il vetro può fare. E’ semplice da pulire, facile da sterilizzare, non trattiene gli odori. Il vetro è diventato l’amante perfetto di cibi e bevande e molto spesso ha contribuito al successo di alcuni prodotti.
Se non che arrivano gli anni sessanta e inizia la sfida con la plastica.
L’ambiente domestico prima dimora incontrastata dalla purezza del vetro viene invaso piano, piano da un materiale più leggero e colorato, che in poco tempo esce dalle case per conquistare bar, mense, ristoranti, fast food. Fino a che un giorno ci siamo risvegliati ricoperti di plastica ovunque, nei mari, nei boschi, e in ogni angolo della città. Poi la plastica oltre alle spiagge e nei campi è stata trovata negli animali, nei pesci, si stima in più di cento specie acquatiche, e alcune ricerche d’oltralpe sembrerebbero confermare anche nell’uomo. La catena alimentare è quasi sicuramente la strada che hanno percorso le micro-plastiche per arrivare sin dentro al nostro corpo.
E allora il Parlamento europeo si è svegliato.
Basta plastica monouso!
La direttiva sembra andare in una direzione ben precisa; prima di tutto limitare la produzione di oggetti di plastica che hanno una vita breve, anzi brevissima, ma che se dispersi nell’ambiente impiegano dai cento ai mille anni per degradarsi. In secondo luogo è necessario puntare ad un aumento della percentuale di plastica riciclata e in particolare quella delle bottiglie.
Il vetro mostra di essere assolutamente moderno.
Fuso si scompone e le sue parti possono essere riutilizzate per creare nuove bottiglie. Cosa che non avverrà mai per i contenitori di plastica. Ogni bottiglia che compriamo proviene da un processo di produzione di PET vergine. Invece i contenitori di vetro possono essere formati da ben l’ottanta per cento di vetro riciclato. E allora ci si chiede se il peso e la fragilità del materiale, considerato il costo in più di lavorazione, rispetto alla plastica, sono motivazione valide e sufficienti per inquinare il mondo. Fino a quando non verrà scoperta un’alternativa alla plastica che sia eco-compatibile il vetro rimane l’alternativa più ecosostenibile.
Il vetro è neutro, anche colorato, bello e trasparente. E’ prezioso ed ogni alimento incastonato acquista valore.
Il vetro può rafforzare un brand e dargli spessore.
Il vetro è infinito, lo si può riutilizzare, svuotare e riempire mille volte. La plastica no. Le bottiglie in PET sono progettate per essere usate una volta sola, perché il loro riuso potrebbe comportare una contaminazione microbica e se prolungato il suo utilizzo potrebbe far si che la plastica perda le sue caratteristiche chimiche.
Il vetro è green, tutto il resto sembra far parte di un epoca barbara. Il vetro ha una storia interminabile alle sue spalle e ancora oggi ancor di più, dopo la direttiva del Parlamento Europeo contro la plastica, sembra moderno e attuale.