Le forme delle bottiglie di vetro hanno tanto da insegnare
Eccoci al mese della festa di San Martino. Un’importante ricorrenza legata all’apertura delle botti di vino novello. Ma poi tutto questo vino dove va?
Finisce sulle tavole degli italiani confezionato in eleganti bottiglie. E come dicevano i latini “in vino veritas”.
Noi l’abbiamo sempre sostenuto che meglio del vetro non ce n’è. È proprio vero, nessun detto fu più azzeccato. È proprio il vino a sottolineare l’importanza del vetro come contenitore, più di ogni altra bevanda.
Perché non esiste vino che si possa chiamare tale che non sia confezionato in una bella bottiglia di vetro.
Di bottiglie per il vino ce ne sono di vari modelli. Non tutte però sono uguali. La decisione di adottare una forma più panciuta o slanciata è una scelta di marketing così come quella di rendere riconoscibile un vino grazie a bottiglie personalizzate, dalle forme belle e piacevoli.
La forma della bottiglia come la conosciamo noi è stato il risultato di un processo evolutivo che ha scartato soluzione differenti, magari dalla forma bassa e larga a vantaggio di una bottiglia slanciata. Questo perché una bottiglia di tale fattura è possibile coricarla facilmente, consentendo una migliore conservazione del vino grazie al contatto tra il liquido e il sughero e inoltre perché permette uno stoccaggio efficace, che nei trasporti, ma anche nelle cantine non è cosa di poco conto.
La bottiglia ha un’anatomia ben precisa, base, corpo, spalla collo, andiamo a scoprire le loro funzioni.
Il fondo delle bottiglie nasce da una necessità costruttiva, per permettere un maggiore equilibrio della bottiglia, quando la realizzazione veniva fatta a mano, soffiando il vetro. Oggi non c’è più questo problema, ma la forma concava della bottiglia rimane utilissima. Ha la funzione di filtro. Qui si depositano i sedimenti del vino, evitando che tornino a galla. Inoltre rende più facile l’eventuale impugnatura quando si serve. Rende più forte e robuste le bottiglie anche all’alta pressione, qualità strutturale che interessa molto gli champagne e gli spumanti.
La spalla, ha anch’essa il ruolo di trattenere i sedimenti prima che arrivino al collo della bottiglia. La sua funzione è importante sia per la mescita sia per la decantazione del vino. Per vini che producono sedimenti abbondanti avremo bisogno di spalle accentuate, come nella bottiglia Bordolese al contrario per vini che producono una bassa quantità di sedimenti sono realizzate bottiglie longilinee, addirittura senza spalla come la Borgognotta.
E in fine c’è il collo, la parte più stretta della bottiglia. Le forme delle bottiglie oltre ad avere una spiegazione funzionale in certi casi sono legate alle tradizioni e ai luoghi dove vengono realizzate. Quelle più conosciute sono la Bordolese, la Borgognona, il Flauto o Renana o l’Alsaziana, la Champagnotta, l’Albeisa la Marsalese, il Porto, l’Ungherese, il Bocksbeutel. Scopri tutte le linee, clicca qui.
Anche il colore delle bottiglie è altrettanto importante.
Per i vini bianchi si utilizzano bottiglie trasparenti, mentre per i vini rossi si predilige quella di colore verde o marrone.
Per tornare dove siamo partiti, e cioè dal fondo della bottiglia, c’è una leggenda metropolitana che vuole che i vini più buoni siano confezionati in bottiglie con la base concava più accentuata. Fate voi la prova. Provate a misurare la l’incavo con il dito e a verificate se corrisponde realmente ad una migliore qualità del vino.