Se non è conservata nel vetro che passata di pomodoro è?
La storia tra il pomodoro e il vetro è una storia iniziata tanto tempo fa, tra eroi e antieroi, sovrani e inventori.
Prima di raccontarvela dovete sapere che la conservazione dei cibi, che ci sembra una cosa scontata, quasi banale oggi, è stata una sfida perseguita a colpi di brevetti già nell’Ottocento.
Fino al dopoguerra, e in alcune zone del sud Italia ancora oggi, la conservazione dei cibi, e in particolare la conservazione della passata di pomodoro, segue alcune invenzioni frutto di intuizioni che risalgono al XIX secolo. Queste scoperte ai tempi sono state rivoluzionarie, un’innovazione tecnica in grado di combinare i menù stagionali. Conservare i cibi non era più demandato alla salagione, all’affumicatura dei cibi o all’uso della cenere.
Protagonista di questa storia è proprio il vetro.
Era ed è un materiale ottimo per per la conservazione degli alimenti, più moderno e performante, un tempo, dei contenitori per cibi di terracotta. Inoltre permetteva quella tecnica di conservazione volgarmente conosciuta come “bagnomaria” scoperta dal pasticcere Nicolas Appert, il quale si accorse che era sufficiente confezionare i cibi in contenitori di vetro e immergerli per del tempo in acqua bollente perché la conservazione e il mantenimento delle proprietà organolettiche dei cibi fosse perfetta.
Prima di arrivare a questo risultato c’è stato però bisogno di un’altra invenzione. Sempre nell’ottocento fu inventato dal lattoniere John Landis Mason il tappo a vite che permise al vetro di trasformarsi in contenitori ermetici, molto vicini a come li conosciamo noi oggi.
Facciamo un salto e lasciamo l’Ottocento per arrivare ai giorni nostri. Nonostante il tempo trascorso, il vetro con il suo tappo a vite è ancora il protagonista tra gli scaffali del supermercato. Parliamo di vetro e passata di pomodoro. Un argomento che interessa tutti gli italiani che di pasta e pizza sono ghiotti.
Intanto provate a rispondere a questa domanda.
Qual’è la vostra scelta in tema di passate di fronte allo scaffale del supermercato?
Probabilmente la più buona, per alcuni la più economica, per la maggior parte forse quella in offerta.
Ma è sufficiente? Ecco, l’etichetta con gli ingredienti leggetela bene, se i pomodori sono italiani è meglio.
Tutto qui? C’è anche altro da valutare, in fondo.
Dove è conservata la passata di pomodoro? Mettete a fuoco lo scaffale, accanto ai contenitori in vetro ci sono anche le lattine e i multistrato. Scegliere un buon contenuto significa prima di tutto saper scegliere il miglior contenitore.
Il nostro suggerimento è quello di portare a casa la passata confezionata in vetro. Ora vi spieghiamo il perché. A dirlo è una ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze e Innovazione dell’Università del Piemonte Orientale. La quale sembra affermare una cosa semplice, la passata di pomodoro preferisce il vetro tra tutti gli imballaggi.
In poche parole la conservazione della salsa ha effetti diversi sulle caratteristiche psico fisiche e alimentari del prodotto.
Il vetro si trova sul podio più alto per la delicatezza con cui conserva e preserva le qualità alimentari della passata di pomodoro.
Il vetro mantiene inalterate le sostanze nutritive e le vitamine presenti nella passata.
Scegliere il vetro ha anche un’altra motivazione, il prodotto è visibile, così il consumatore può osservarlo, valutarlo.
Negli altri due contenitore rimane una sorpresa. In più dalla ricerca sembra emergere che i contenitori multistrato abbiano una capacità minore di conservare le vitamine, mentre le lattine, da parte loro, possono trasferire alla salsa componenti di stagno e ferro. Oltre al materiale c’è la forma. Di vasetti in vetro ce ne sono tanti e dalle sinuosità differenti. La forma non incide direttamente sulla qualità della conservazione, più che altro rimane un vezzo stilistico e anche di comodità. Per alcune aziende un elemento di riconoscimento e distinzione.
Se è pur vero che Andy Warhol ha reso una lattina di conserve di pomodoro un’opera d’arte è altrettanto vero che nel settore agroalimentare la cosa più importante è conservare i cibi a regola d’arte, secondo le indicazioni suggerite da ricerche scientifiche e anche dalla tavola e dal palato. Ne abbiamo parlato nell’articolo precedente vetro Vs plastica